Unità 1: il concetto di organizzazione e gli elementi di base
Perché studiare le organizzazioni?
Tutti sappiamo che le organizzazioni condizionano la nostra vita e soprattutto la nostra attività professionale e lavorativa. Esse sono infatti uno strumento fondamentale per realizzare i nostri progetti. Ma non tutti sanno cosa sono le organizzazioni e quali sono i modi più corretti per definirle, come sono strutturate e quali sono i vantaggi e gli svantaggi di ciascuna struttura.
Le organizzazioni nascono perchè gli uomini non sono in grado di raggiungere alcuni obiettivi da soli. Per gestire un'attività è necessario mettere insieme più persone, attribuirgli dei compiti e coordinare l'attività di tutti. Non a caso, per Mintzberg essa può essere definita come «il complesso delle modalità secondo le quali viene effettuata la divisione del lavoro in compiti distinti e quindi viene realizzato il coordinamento tra tali compiti» (H. Mintzberg 1983)
Gli elementi di base: i meccanismi di coordinamento
Il coordinamento rappresenta un ingrediente fondamentale per tante attività umane.
Il successo di un balletto, di un concerto o di una squadra di nuoto sincronizzato dipendono in gran parte sulla capacità delle singole persone coinvolte di muoversi in modo coordinato. La stessa cosa vale per le organizzazioni. L'efficacia delle organizzazioni dipende dalla capacità di coordinare gli sforzi e gli impegni di ogni singola persona che opera al suo interno. Secondo Mintzzberg esistono cinque principali meccanismi di coordinamento:
1 - adattamento reciproco
2 - supervisione diretta
3 - standardizzazione dei processi di lavoro
4 - standardizzazione delle capacità
5 - standardizzazione degli output
Adattamento reciproco e supervisione diretta
L’adattamento reciproco è uno dei meccanismi più semplici e immediati e consegue il coordinamento attraverso il processo della comunicazione informale. Nelle organizzazioni il reciproco adattamento è utilizzato ad esempio ogni qual volta una decisione è affidata agli esiti di una riunione di lavoro tra persone di pari livello.
La supervisione diretta consegue il coordinamento attraverso una persona che assume la responsabilità del lavoro di altri dando loro ordini e controllando le loro azioni.
Nelle organizzazioni la supervisione è utilizzata ad esempio quando un responsabile di un ufficio attribuisce una serie di compiti ad i suoi collaboratori e poi è chiamato a verificare il rispetto degli stessi.
Le tre forme di standardizzazione
Esistono, infine, tre tipologie di meccanismi di coordinamento che utilizzano la standardizzazione:
1) la standardizzazione dei processi di lavoro: I processi di lavoro vengono standardizzati quando si specificano o si programmano i contenuti del lavoro. La catena di montaggio è un classico esempio in cui il coordinamento tra le numerose persone che operano sulla linea è assicurato dalla standardizzazione del processo di lavoro.
Le tre forme di standardizzazione
Le altre forme di standardizzazione sono:
2) la standardizzazione delle capacità: La standardizzazione delle capacità è un meccanismo utilizzato quando per svolgere determinate attività l’organizzazione sceglie di assumere lavoratori con competenze standardizzate. La sala operatoria è una classica situazione in cui si utilizza la standardizzazione delle capacità per assicurare il coordinamento. Tra le diverse persone coinvolte in un'operazione, non c'è bisogno nè di adattamento reciproco per decidere cosa bisogna fare nè di supervisione: ognuno svolge il suo ruolo appreso nel corso di un lungo processo formativo ed è consapevole di ciò che faranno gli altri.
3) la standardizzazione degli output: L’ultima modalità utilizzabile per conseguire il coordinamento è la standardizzazione degli output. In questo caso non si predefiniscono né i processi di lavoro, né le competenze dei soggetti ma i risultati che bisogna conseguire. Nel gioco della caccia al tesoro spesso si utilizza la standardizzazione degli output per conseguire il coordinamento all'interno della squadra. Quando i componenti del gruppo ricevono la lista delle cose da fare per vincere il premio, per riuscire a far prima delle altre squadre si è solito dividersi in sottogruppi e attribuire ad ogni coppia una o più cose da fare nella sotto lista.
Gli elementi di base: le parti dell’organizzazione
Dopo aver descritto i principali meccanismi di coordinamento, è necessario introdurre un altro concetto di base: le parti dell'organizzazione.
Le parti dell’organizzazione sono cinque:
- il nucleo operativo;
- il vertice strategico;
- la linea intermedia;
- la tecnostruttura;
- lo staff di supporto.
Minzberg introduce questo concetto al fine di disporre di un diagramma di base per rappresentare l’organizzazione stessa, un diagramma che possa essere utilizzato per mostrare i diversi fatti che accadono nelle organizzazioni e le diverse forme che possono assumere.
Nucleo operativo e vertice strategico
Il nucleo operativo è formato dalle persone che svolgono l’attività fondamentale di ottenimento dei prodotti e di fornitura dei servizi. Ad esempio, il nucleo operativo dell’Università è formato dai docenti (sono loro infatti che sono responsabili delle attività didattiche e di ricerca).
Il vertice strategico è formato dalle persone che hanno la responsabilità globale dell’organizzazione, coloro i quali delineano la strategia, gestiscono i rapporti tra l’organizzazione e l’ambiente in cui essa si colloca. Nello svolgere tali funzioni, il vertice strategico è titolare del potere gerarchico ed esercita la supervisione diretta per coordinare l'attività. Le figure che si ritrovano nel vertice strategico, in organizzazioni di grandi dimensioni, sono solitamente il direttore generale, l'amministratore delegato e i consiglieri di amministrazione. Se invece le aziende sono di piccole dimensioni, il vertice strategico può essere formato anche da un'unica persona.
Nell’Università il vertice strategico è formato dal Rettore, dal Senato Accademico e dal consiglio di amministrazione (CDA).
Linea intermedia, tecnostruttura e staff di supporto
La linea intermedia ha il compito di collegare il nucleo operativo al vertice strategico attraverso la catena di manager che detengono l’autorità formale. La catena dei manager può essere più o meno articolata a seconda della dimensione e della complessità dell'organizzazione: più elevata è la dimensione più numerosi saranno i livelli che caratterizzano la linea intermedia.
La tecnostruttura è formata dalle persone (analisti) che contribuisco all’attività organizzativa influenzando il lavoro degli altri. La tecnostruttura è formata dalle persone che elaborano piani di attività, budget, programmi, procedure. Questa parte dell'organizzazione assume molta rilevanza quando si ricorre con forza alla standardizzazione dei processi di lavoro; quando cioè l'attività è predefinita e programmata in mansionarie procedure e piani di lavoro. Gli analisti della tecnostruttura però non hanno potere gerarchico sulle persone; si limitano cioè a definire i piani ma non hanno il potere di verificare e controllare che essi siano rispettati. Questo ruolo infatti è affidato ai manager della linea intermedia.
Lo staff di supporto è formato da tutte quelle persone che forniscono al vertice strategico, alla linea intermedia ed al nucleo operativo un supporto esterno al flusso di lavoro.
Unità 2: i confini del settore culturale
L’importanza di definire i confini del settore
Quali sono le organizzazioni che operano all’interno del settore dei beni culturali?
- Gli studi di design.
- Gli assessorati alla cultura.
- Le società di produzione cinematografica.
- Le associazioni di artigianato.
- Le imprese editoriali.
- I musei pubblici e privati.
- Le società di servizi museali.
- Le agenzie di organizzazione di eventi sportivi.
- Le società che offrono servizi di guida turistica.
- Le gallerie di arte.
- I parchi nazionali e regionali.
- Le compagnie teatrali.
- Le imprese di videogiochi.
- Le aziende di noleggio attrezzature cinematografiche.
- Le società organizzatrici di eventi culturali e sportivi.
- Le scuole di musica e di ballo.
- La Commissione Cultura dell’Unione europea.
La difficoltà di definire i confini del settore
Prima di illustrare il funzionamento delle organizzazioni è necessario, quindi, definire i confini del campo dei beni e delle attività culturali. Quali sono le entità organizzative che fanno parte di questo campo organizzativo? Quali sono, quindi, le imprese, le associazioni, gli enti che metteremo sotto osservazione?
La proliferazione di definizioni
- settore dei beni culturali,
- settore delle performing arts,
- industria culturale,
- industria creativa,
- settore dei beni culturali,
- industria dell’intrattenimento.
Le cause dell’eterogeneità
- la vischiosità del concetto cultura,
- il condizionamento istituzionale,
- il vincolo storico.
Le conseguenze della diversità definitoria
- problemi alla quantificazione del fenomeno,
- problemi allo sviluppo di politiche culturali.
La definizione dei confini: la nostra scelta
L'obiettivo è quello di mettere a punto uno schema d'analisi che sia in grado di fornire una mappa di orientamento. Tale mappa è necessaria per comprendere meglio il frastagliato ed articolato mondo dei beni e delle attività culturali e per capire le principali differenze tra le molteplici definizioni presenti in letteratura.
Gli studiosi, le agenzie di statistica, gli enti istituzionali hanno definito il campo d'analisi in diversi modi ma utilizzando quasi sempre due dimensioni di riferimento:
- i domini culturali;
- le funzioni nel ciclo di produzione e riproduzione delle attività culturali
Le caratteristiche del nostro campo di indagine
L'analisi dei confini del settore ci ha permesso di delineare le principali caratteristiche del nostro campo di indagine, che sono:
- la presenza strutture organizzative molto eterogenee;
- la possibilità di ragionare contemporaneamente di organizzazione della PA, di PMI, di reti e di modelli di collaborazione pubblico/privato;
- la possibilità di cambiamento organizzativo all’ordine del giorno;
- la rilevanza strategica della “questione dei nuovi profili professionali” ;
- le fortissime interconnessioni tra organizzazione e gestione delle risorse umane.
I criteri: la scelta dei domini
Il settore delle attività e dei beni culturali si articola in “domini culturali ed artistici” i quali rappresentano “tipologie omogenee di attività”.
La letteratura solitamente distingue due tipi di domini.
Sono domini culturali in senso stretto quelli che rispondono direttamente ad un bisogno di tipo culturale. Essi possono essere suddivisi ulteriormente in:
- beni e le attività artistiche (come l'Heritage, le performing arts, ecc...)
- beni e le attività industriali (come cinema, audio/video, ecc...)
- i beni e le attività artistico/culturali
- il patrimonio culturale (monumenti storici, musei, siti archeologici), archivi, biblioteche, arti visive, architettura; arti drammatiche (musica, danza, teatro musicale, teatro, altre arti), sport, ambiente e natura,
- i beni e le attività industriali
- i prodotti audiovisivi/multimediali (cinema, radio, televisione, video, audio, multimedia); libri e stampa periodica (editoria)
I domini culturali “secondari” sono invece, beni e servizi che utilizzano la cultura come fattore distintivo e/o innovativo, come ad esempio: il design, i giochi ed i videogiochi, l'artigianato e la moda.
È necessario però sottolineare che a causa dell'innovazione tecnologica assistiamo ad un progressivo processo di contaminazione tra domini: il cosiddetto fenomeno della convergenza.
I criteri: la scelta delle funzioni
Le funzioni del ciclo di produzione dei beni culturali rappresentano le diverse fasi che caratterizzano il processo di creazione, conservazione, produzione e valorizzazione di un bene e di una attività culturale. Numerose sono le definizioni che ricorrono alle funzioni del ciclo di vita di produzione per identificare il comparto. Se diversi sono gli studiosi che utilizzano l'approccio per funzioni al momento di identificare le principali funzioni, emergono però significative differenti impostazioni.
L'UNESCO identifica in sei le funzioni proprie del ciclo produttivo di un'attività culturale: creazione, produzione, distribuzione, disseminazione, promozione e conservazione. Anche l'EuroStat ne identifica sei, ma le definisce in modo diverso: creazione, produzione, divulgazione, distribuzione, conservazione e istruzione. In riferimento invece all'ambito normativo, il codice dei beni culturali identifica in tutela, conservazione, valorizzazione, gestione, promozione e fruizione le principali funzioni di un ciclo produttivo di beni culturali. Di seguito saranno elencate le principali funzioni che compongono il ciclo di produzione e riproduzione dei beni e delle attività culturali. Volontariamente si è voluto utilizzare la schematizzazione più articolata: in questo modo emergeranno con maggior chiarezza le differenze tra le diverse definizioni che andremo in seguito ad approfondire e sarà possibile definire con maggior chiarezza le successive scelte di campo. Anche in questo caso le diverse definizioni che analizzeremo si differenzieranno sulla base del maggiore o minore grado di inclusività delle diverse funzioni del ciclo di produzione.
Le funzioni del ciclo di produzione
Le principali funzioni del ciclo di produzione sono:
- Conservazione (tutela, protezione, restauro e mantenimento di beni).
- Creazione (l’invenzione di opere originali).
- Produzione (modi attraverso i quali l’opera viene resa disponibile per il pubblico).
- Divulgazione (modi attraverso i quali le opere sono divulgate/valorizzate).
- Distribuzione (distribuzione commerciale di prodotti culturali).
- Istruzione (attività legale alla formazione nei diversi domini culturali).
- Ricerca (attività di ricerca nei diversi domini culturali).
- Regolazione (attività di produzione di leggi che regolamentano i diversi domini).
La definizione dei confini: le principali definizioni
In Europa non esiste una definizione condivisa di settore culturale e non sono stati identificati i criteri per delimitare questo campo così importante per lo sviluppo di ogni comunità locale e nazionale.
Nel corso degli anni, l'interesse verso questo settore è andato via via aumentando. Il turbolento sviluppo di tale settore ha suscitato grande interesse da parte di numerosi studiosi a livello internazionale che hanno adottato approcci di studi e definizioni molto eterogenee e differenziate.
Di seguito si procederà con l'analisi della definizione di Beni Culturali fornita sia dall'UNESCO(United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) la cui mission è la collaborazione tra le nazioni nel campo educativo, scientifico, culturale e comunicativo, che dall'EuroStat (Ufficio Statistico dell'Unione Europea).
Si passeranno in rassegna inoltre due tipi particolare di industrie, quelle culturali e quelle creative.
In tutti i casi saranno specificati sia i domini che le funzioni.
La definizione Unesco
L’agenzia internazionale spinta dalla necessità di confrontare la situazione nei diversi paesi del mondo ha realizzato, nel 1986, il Framework for Culture Statistics (FCS) per identificare alcuni criteri di classificazione da utilizzare a livello nazionale ed internazionale nella produzione di statistiche sul settore culturale.
I domini inclusi: heritage, performing arts, le attività di produzione di audio/video, gli sport, i giochi e l’ambiente.
Le funzioni incluse: creazione, produzione, distribuzione, disseminazione, promozione, conservazione.
La definizione Eurostat
L’Eurostat (l’ufficio statistico dell’Unione Europea) nel 1995 ha lanciato un progetto “LeG – Cultural Statistics in Europe” allo scopo di elaborare una metodologia per definire i confini del campo dei beni e delle attività culturali.
I domini inclusi: heritage, archivi, biblioteche, editoria, arti visive, architettura, performing arts, produzione audio/video.
Le funzioni incluse: creazione, produzione, divulgazione, distribuzione, conservazione, istruzione.
Le industrie culturali
Il termine è stato adottato dal Ministero della Cultura e delle Comunicazioni francese secondo il quale le industrie culturali sono un insieme di attività che includono la concezione, la creazione, la produzione di massa e la distribuzione in larga scala attraverso l’uso di supporti materiali e di tecnologie di comunicazione.
I domini inclusi: editoria, produzione audio/video (film, musica, programmi radio, Tv, pubblicità, ecc).
Le funzioni incluse: creazione, produzione, distribuzione, disseminazione, promozione, istruzione.
Le industrie creative
Il termine industrie creative si è affermato nel Regno Unito grazie al lavoro di un gruppo di esperti insediato dall’Amministrazione Blair (Creative industries task force) con lo scopo di promuove l’industria della creatività considerato un importante driver di sviluppo economico.
I domini inclusi: Pubblicità, architettura, arte, antiquariato, artigianato, fashion design, film e video, videogiochi, musica, performing arts, editoria, software e servizi informatici, radio e televisione.
Le funzioni incluse: creazione, produzione, distribuzione, disseminazione, promozione, istruzione.
Risorse della lezione
Commento audio della slide n. 1
- Il concetto di organizzazione e i confini del settore culturale
- Quiz: Test 1
- La progettazione organizzativa
- Quiz: Test 2
- I collegamenti laterali e il decentramento
- Quiz: Test 3
- I fattori contingenti e la struttura semplice
- Quiz: Test 4
- Le burocrazie
- Quiz: Test 5
- La struttura divisionale e l'Adhocrazia
- Quiz: Test 6
- Il Patrimonio culturale abbandonato
- Quiz: Test 7
- Storie di valorizzazione: il caso Napoli
- Storie di valorizzazione al Sud: il resto del Meridione
- Innovazione sociale per il patrimonio culturale
- Le lezioni degli innovatori sociali del patrimonio
- Sud Innovation
- Il Social Innovation Plan per il patrimonio culturale abbandonato
Immagine slide 2
Immagini slide 3
Immagini slide 4
Immagini slide 5
Immagine slide 7
Immagini slide 15
Immagine slide 18
Immagine slide 20
Iscrizione al corso Imprese culturali e innovazione sociale
Benvenuto
Ti stai iscrivendo al corso Imprese culturali e innovazione sociale.
Se confermi l'iscrizione ti invieremo una email appena il corso sarà pronto per partire e potrai seguire i tuoi progress nella sezione You
A presto!
Il Team Federica
Benvenuto
Stai prenotando il corso Imprese culturali e innovazione sociale.
Se confermi la tua prenotazione ti avviseremo via mail appena il corso sarà pronto per partire.
A presto!
Il Team Federica
Benvenuto
Stai prenotando il corso Imprese culturali e innovazione sociale.
Se confermi la tua prenotazione ti avviseremo via mail appena il corso sarà pronto per partire.
A presto!
Il Team Federica
Benvenuto
Ti stai iscrivendo al corso Imprese culturali e innovazione sociale.
Il corso è già attivo per cui ti consigliamo di cominciare a seguire sin da subito le lezioni già pubblicate.
Buono studio!
Il Team Federica
Iscrizione al corso cancellata correttamente.
Grazie per aver dedicato un po' del tuo tempo ai corsi di Federica.EU.
Ci auguriamo di rivederti presto!
Il Team Federica
Benvenuto
Per iscriversi al corso Imprese culturali e innovazione sociale, è necessario effettuare prima il login.Se non sei registrato a Federica EU clicca sul bottone Procedi per creare il tuo account. Dopo la registrazione potrai completare l'iscrizione a questo corso.
A presto!
Il Team Federica

