Natura ed evoluzione della scienza politica
Questa lezione si dedica alla comprensione delle origini e del percorso compiuto dalla scienza politica. Si articolerà in tre unità, ognuna preceduta da una videolezione e accompagnata da specifici link a letture di appronfondimento e materiale audio visuale:
- L’oggetto della scienza politica;
- Il rapporto con le altre discipline;
- Le teorie della scienza politica.
In questo modo sarà possibile tracciare il quadro di cosa è e cosa studia la scienza politica.
Unità 1 – L’oggetto della scienza politica
Cosa studia la scienza politica
La scienza politica studia, con metodo scientifico, vale a dire in modo da formulare generalizzazioni e teorie e da consentirne la verifica e la falsificazione, tutte quelle attività che gli uomini e le donne svolgono sia per tenere insieme un gruppo, proteggerlo, organizzarlo e allargarlo, sia per distribuire risorse, prestigio, fama e valori. Con questa lezione vedremo com’è nata, cresciuta e, infine, si è affermata la scienza politica sia a livello internazionale che in Italia.
Leggi l’abstract e un estratto del libro Prima lezione di Scienza politica di Gianfranco Pasquino.
Per farti un’idea dei temi e dei concetti fondamentali della disciplina accedi anche all’International Encyclopedia of Political Science.
Radici della scienza politica
La scienza politica vanta al tempo stesso RADICI PROFONDE in un lontano passato e ORIGINI RECENTI. Le sue riflessioni hanno accompagnato tutte le fasi di sviluppo dell’esperienza di organizzazione del mondo occidentale in comunità e collettività, dalle città-Stato greche ai processi di unificazione sovranazionale e di globalizzazione.
Segui il percorso storico della disciplina attraverso la voce Scienza Politica nell’Enciclopedia Britannica.
Scienziati e filosofi politici che hanno fatto la storia.
La politica
L’oggetto di studio della scienza politica non può che essere la politica. Di origine greca, la parola "politica" sta ad indicare "le cose che avvengono nella polis, nella città". La scienza politica è dunque, innanzitutto, una disciplina che cerca di capire come si fa, e come si deve studiare, la politica.
- La Politica secondo Aristotele. Accedi alla voce integrale
Scienza politica e potere
All’inizio, l’oggetto qualificante della scienza politica fu individuato nel POTERE. Le modalità di acquisizione e di utilizzazione del potere, la sua concentrazione e la sua distribuzione, la sua origine e la legittimità del suo esercizio sono state al centro di ogni analisi politica da Aristotele, a Machiavelli e Hobbes, da Max Weber ai politologi contemporanei, come Lasswell (guarda il video), Kaplan, Barry.
Scienza politica e lo Stato
In seguito, l’oggetto di studio nell’analisi politica è diventato lo STATO, un fenomeno meno pervasivo ed esteso rispetto al potere. Gli studi politici sullo Stato si sono essenzialmente concentrati sulla creazione di uno stato:
- pluralista (Locke, accedi alla videolecture sul suo pensiero),
- democratico (Toqueville, accedi alla videolecture, e i Federalisti statunitensi),
- forte (Hegel, vedi il video di approfondimento, e gli storicisti tedeschi),
- capace di assicurare un compromesso tra le classi sociali (Kelsen, vedi il video)
- oppure in grado di decidere in situazioni di emergenza (Schmitt).
Scienza politica e sistema politico
Infine, la scienza politica ha individuato il proprio principale oggetto di studio nel SISTEMA POLITICO, definito da David Easton come: «un sistema di interazioni, astratte dalla totalità dei comportamenti sociali, attraverso le quali i valori vengono assegnati in modo imperativo per una società». La scienza politica diviene, così, lo studio delle modalità, complesse e mutevoli, con le quali i diversi sistemi politici procedono alla assegnazione imperativa dei valori.
Accedi al saggio dello stesso autore dal titolo An Approach to the Analysis of Political Systems.
Scienza politica ed élites
Una volta consolidatesi le formazioni statuali, gli studiosi continentali rivolsero la loro attenzione alle ÉLITES. In particolare, studiosi come Mosca, Pareto e Michels si sono concentrati sull’analisi delle modalità di formazione, ricambio e sostituzione delle classi dirigenti. Questi studi rappresentano gli ultimi contributi classici e prescientifici per ciò che riguarda l’analisi della politica.
Per un approfondimento, si veda il testo di Norberto Bobbio, Saggi sulla Scienza Politica in Italia.
- Guarda la Lectio Magistralis di Gianfranco Pasquino dal titolo Machiavelli, Mosca, Sartori: il contributo italiano alla scienza della politica
Unità 2 – La scienza politica e le altre discipline
I concorrenti della scienza politica
Nel tentativo di spiegazione della realtà politica, i principali concorrenti della scienza politica sono:
- la filosofia politica: dotata di una insopprimibile componente normativa;
- la storia: interessata all’analisi di singoli eventi e non alla individuazione di "regolarità";
- il diritto: spesso incapace di andare oltre la "formalità" delle norme o leggi;
- la sociologia: cerca di spiegare la politica analizzando la società.
Gli obiettivi della scienza politica
Nell’ottica comportamentista, secondo Easton, la scienza politica deve tenere presente e cercare di conseguire i seguenti obiettivi:
- rilevare regolarità nei comportamenti politici che si prestino ad essere espresse in generalizzazioni o teorie esplicative e predittive;
- sottoporre queste teorie a verifica;
- elaborare rigorose tecniche di osservazione, raccolta, registrazione e interpretazione dei dati;
- procedere alla quantificazione, cioè alla "misurazione" dei fenomeni politici per ottenere una maggiore precisione analitica;
- tenere distinti i valori dai fatti;
- procedere ad una sistematizzazione delle conoscenze acquisite e ad una maggiore interconnessione fra teoria e ricerca;
- mirare alla scienza pura, poiché la comprensione e l’interpretazione del comportamento politico precedono l’applicazione;
- integrarsi maggiormente con le altre scienze sociali.
Unità 3 – Le teorie della scienza politica
Scienza politica e "comportamentismo"
Secondo Easton, l’analisi della politica può approssimarsi ad essere "scienza", dotandosi di metodi e tecniche scientifiche, attraverso l’introduzione nella disciplina del COMPORTAMENTISMO.
Il comportamentismo (behavioralism), nato e sviluppatosi in psicologia, si caratterizza per:
- l’accento che pone sulla necessita di osservare e analizzare i comportamenti concreti degli attori politici (individui, gruppi, movimenti, organizzazioni);
- l’utilizzo e l’elaborazione di tecniche specifiche di analisi (interviste, sondaggi d’opinione, analisi del contenuto, simulazioni, quantificazioni ecc.).
Accedi al testo integrale dell’articolo di Robert Dahl sul comportamentismo in scienza politica.
I difetti della scienza politica
In una sintetica ricostruzione degli studi politologici alla fine degli anni ’50, Almond e Powell (1978) rimproverano alla scienza politica, in particolare a quella statunitense, 3 difetti fondamentali:
- il PROVINCIALISMO: la tendenza a concentrarsi essenzialmente su pochi sistemi dell’area europea e occidentale, sulle grandi democrazie e sull’Unione Sovietica;
- il DESCRITTIVISMO: la tendenza a limitarsi a descrivere le caratteristiche dei sistemi politici analizzati, senza nessuna preoccupazione teorica e senza nessuna ambizione di elaborare ipotesi e generalizzazioni;
- il FORMALISMO: indica una eccessiva attenzione alle variabili formali, alle istituzioni, alle norme e alla procedure, e una parallela disattenzione per il funzionamento reale dei sistemi politici.
Per un approfondimento si veda il testo Comparative Politics dei due autori.
Scienza politica come sapere applicabile
La scienza politica contemporanea ha saputo documentare convincentemente l’importanza cruciale delle variabili politiche nelle collettività organizzate. Anche per questa ragione, è possibile affermare che la scienza politica è OPERATIVA: chi si impadronisce delle sue competenze e del suo sapere è in grado di applicarle efficacemente ovvero, quantomeno, di segnalare a ragion veduta le conseguenze di determinati interventi. Il sapere politologico va considerato come un sapere effettivamente, concretamente, efficacemente APPLICABILE.
Il tema dell’applicabilità della scienza politica è affrontato nella relazione La scienza politica in un mondo in trasformazione.
- Accedi alla presentazione del testo a cura di Pasquino, Regalia e Valbruzzi (2013), Quarant'anni di scienza politica in Italia, Il Mulino, sul sito dell'editore
- Una vignetta della scienza politica del Ventesimo secolo, disegnata dal politologo Josep Colomer
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