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Negli ultimi 12 mesi molti italiani, e non solo, hanno cercato uno spazio silenzioso del proprio appartamento da trasformare in un ufficio, dove poter trovare la giusta concentrazione e tranquillità per affrontare al meglio la giornata lavorativa a distanza

La pandemia ha inciso, come abbiamo già analizzato nel nostro articolo “La postazione lavorativa del futuro”, su molti aspetti della nostra vita, lavorativa e personale.

Una delle conseguenze più interessanti dei difficili mesi trascorsi riguarda proprio la relazione tra luogo di residenza e di lavoro.

Studenti e lavoratori hanno abbandonato in massa le grandi città per tornare nei propri luoghi di origine, migliaia di italiani all’estero hanno fatto ritorno in patria continuando a svolgere le loro mansioni abituali dall’altra parte del mondo, dietro lo schermo di un computer.

Quella che inizialmente era apparsa a tutti come una soluzione temporanea, si sta piano piano configurando come una piccola rivoluzione.

Se con un clic posso creare un network e mantenere rapporti professionali con chiunque, posso mantenere e incrementare la mia rete professionale anche attraverso lo schermo di un pc?

Quali sono i vantaggi e le caratteristiche di un networking digitale?

Si tratta di certo di una tematica complessa che può essere analizzata sotto diversi punti di vista.

Dal lato ambientale, infatti, è indubbio che la riduzione degli spostamenti e la drastica diminuzione del traffico aereo abbia benefici innegabili sull’ambiente.

Fa sorridere e riflettere la frase di un professore universitario, con esperienza trentennale in conferenze in ambito ingegneristico intorno al mondo, che negli ultimi mesi ha partecipato alle stesse conferenze senza mai abbandonare il divano del salotto.

“Incredibile, non sapevo che per andare in Cina mi bastasse indossare la cravatta alle tre del mattino e accendere il computer.”

Le conseguenze sono interessanti, però, anche sotto il profilo economico perché è possibile che nel lungo periodo lo svuotarsi delle grandi città e il ripopolarsi dei paesi possa avere ripercussioni sulla distribuzione della ricchezza, del turismo e delle attrazioni.

Se una riunione può essere sostituita da una call, un aggiornamento da un’email e un colloquio da una interview online, come cambia il nostro modo di fare network?
Quali sono, soprattutto, le conseguenze psicologiche e sociali di questo mutamento?
Torneremo alle vecchie abitudini o siamo di fronte ad una trasformazione senza precedenti?

Come sempre accade, e come saggiamente ripetevano i latini, “in medio stat virtus” ovvero: la virtù sta nel mezzo.

La vera sfida è infatti forse quella di trasformare le difficoltà degli ultimi mesi in strumenti di crescita per delineare un futuro fluido, dove modulare il digitale con il prezioso e insostituibile contatto umano.

Un network ibrido, dunque, che dal digitale apprenda, senza esserne schiavo, e che permetta a tutti noi di sentirci più connessi, più vicini, senza timore.