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L’Italia è da sempre una delle mete preferite dai turisti di tutto il mondo per la storia e la cultura che ancora oggi è possibile ammirare.

Capofila, insieme alla Cina, con 55 siti UNESCO, prima al mondo per la classifica Cultural Influence e seconda nella classifica Heritage, pubblicate entrambe da U.S. News & World Report, l’Italia conserva nel suo patrimonio culturale l’identità collettiva del Paese, il cui valore storico e sociale viene considerato non solo un bene comune da tutelare, ma anche una fonte economica nazionale da promuovere e preservare.

Per questo motivo la restaurazione di un’opera d’arte assume un ruolo molto importante, in quanto  vuol dire rispettarne la storia e il messaggio artistico, tenendo in considerazione ciò che l’autore voleva trasmettere con la sua creazione. 

Questa concezione del restauro, così come il mestiere del restauratore, però è piuttosto recente. Fino al primo Novecento, infatti, erano gli stessi artisti di mestiere a effettuare riparazioni, sostituzioni o modifiche delle opere più antiche, senza farsi scrupoli sul rispetto dei componenti originali o sulle intenzioni degli autori. Era uso comune cambiare i materiali e alterare le forme fino a stravolgerne l’aspetto per adattarsi alle mode e ai gusti dell’epoca.

I primi laboratori

Un primo approccio al recupero dell’arte nel rispetto del suo patrimonio storico cominciò a diffondersi nella seconda metà del Settecento, in seguito ai ritrovamenti degli scavi di Pompei ed Ercolano e alla riscoperta delle piramidi durante le campagne napoleoniche. Ma i primi laboratori specializzati nel restauro con metodi scientifici nacquero solo nel XX secolo. In Italia, il primo fu il Gabinetto Restauri della Soprintendenza delle Belle Arti di Firenze, fondato nel 1932 da Ugo Procacci, noto storico dell’arte, funzionario e accademico italiano.

Di pari passo, si diffuse l’odierno concetto di restauro, grazie alle esperienze di alcuni pionieri del settore, tra cui Cesare Brandi, il fondatore dell’Istituto Centrale per il Restauro a Roma, oggi tra i più noti e prestigiosi istituti nel campo del restauro e dell’insegnamento della materia.

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Il restauro di un’architettura storica si compone di diverse fasi volte a ricostruire la storia del monumento, ad analizzarne le tecniche di costruzione e lo stato di degrado prima di intervenire. Il tutto tenendo in considerazione l’uso che si intende fare della struttura stessa in quanto il suo scopo potrebbe essere diverso da quello originario.

Diventare un architetto sensibile all’individuazione dei valori del patrimonio costruito non è semplice, ma con Federica Web Learning hai la possibilità di approcciare la materia in un comodo formato ibrido accessibile a tutti.

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