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L’anno scolastico sta terminando, le votazioni della Maturità sono in pubblicazione e le sessioni estive negli atenei sono in pieno svolgimento: è il periodo dell’anno in cui tradizionalmente la Scuola e l’Università vengono chiamate alla valutazione finale dei percorsi formativi. Ma come è stata la Valutazione in questo momento particolare, caratterizzato dalla DAD?

In uno scenario ancora incerto e in divenire, abbiamo intervistato Donatella Poliandri, primo ricercatore INVALSI, dove svolge l’incarico di responsabile dell’Area Innovazione e Sviluppo, per parlare di Valutazione e Dad.

Valutazione e Autovalutazione

La condizione illustrata da Poliandri è quella di un sistema-Paese che si sta interrogando sulla Valutazione e sull’Autovalutazione come nodo cruciale, anche in vista dell’adeguamento necessario alle politiche educative europee e per rispondere alle esigenze di un mercato della formazione in continuo sviluppo. 

Durante la DAD la Valutazione è stata messa sotto la lente d’ingrandimento: in un momento in cui il rapporto sincrono è stato per forza di cose ridotto, e in alcuni casi è drammaticamente mancato per limiti strutturali, come ben evidenziato dalla ricerca di Save the Children, la capacità di autovalutazione è tornata a rivestire un ruolo cruciale. I docenti si sono interrogati molto sulla valutazione a distanza, rispondendo bene alla sfida attraverso nuove modalità, impegnandosi a costruire simulazione e compiti di realtà situata che hanno avuto il merito di indagare non solo le conoscenze della materia in oggetto ma anche delle competenze trasversali.  Gli studenti si sono interrogati sulla capacità autoregolativa,  hanno dovuto bilanciare le capacità di concentrazione, sviluppando attività di peer tutoring che hanno solo in parte supplito alla mancanza dell’ambiente classe. Il mix di valutazione e autovalutazione ha rimodulato gli obiettivi di apprendimento e dato vita ad un nuovo patto formativo tra studenti e docenti, una relazione costruttiva che forse mancava e che ci si auspica resti vivo anche nella fase post-pandemica.

Valutazione come atto di fiducia

La Valutazione è un momento fondamentale di ogni percorso di apprendimento, sia nella dimensione formativa, che in quella sommativa. La valutazione può essere di due tipi: sommativa, quando appunto deve concludere un percorso e tracciare una linea, e formativa, quando viene effettuata durante il percorso di studio al fine di testare le risposte dei discenti e calibrare meglio le ulteriori fasi di studio. In ogni caso, la valutazione, ovvero l’emissione di un “voto” è sempre un atto di fiducia, fin dall’etimologia della parola: dal latino vōtum, participio passato di vovere e quindi “offerta devota”.

Sulla “fiducia” è tornato a parlare recentemente anche il Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, il quale si è espresso nei termini di  “fiducia biunivoca e inclusività”: «Far finta che il Covid non abbia stravolto l’università, del resto, è impossibile. E la priorità, in questo momento, deve essere allargare le maglie, “includere”, non certo terrorizzare e respingere»(Huffington Post, intervista 27 maggio). 

La valutazione non deve spaventare, ma essere un momento di sereno confronto tra studenti e docenti. In questa direzione si è mosso anche il recente decreto legislativo che elimina le votazioni numeriche per le scuole primarie fin dal prossimo anno scolastico, preferendo una valutazione descrittiva del bambino, che tenga conto del percorso di crescita dell’alunno e del curricolo globale. Nella fase di forzato home-schooling si è rinsaldato il rapporto tra Scuola e Famiglia, che si sono ritrovate ad essere unite nella costruzione di un percorso formativo che possa avere varie fasi e diversi momenti ma che tenda a migliorare la preparazione dello studente come individuo e non solo come alunno, e non si limiti a dare rinforzi allo studente ma a creare per lui opportunità.

Dalla valutazione a distanza alla formazione a distanza

La sfida offerta dall’emergenza COVID e dalla conseguente chiusura delle scuole è ardua per un topic già solitamente divisivo come quello della valutazione. È importante ricordare che anche in DAD, la valutazione ha conservato il suo valore formativo e ha puntato al riconoscimento degli apprendimenti e alla consapevolezza dell’alunno rispetto al bagaglio culturale acquisito. 

Il sistema scolastico a settembre potrebbe “aprirsi” a nuove pratiche di studio e, quindi, anche di valutazione verso una presa in carico collettiva del sistema dell’istruzione che riguarderà sempre più una triangolazione tra Scuola-Famiglia e Territorio.
Al termine vi segnaliamo alcune risorse utili per comprendere questa rinnovata visione della Didattica, quali il MOOC for Teachers del Politecnico di Milano, dedicato alle Nuove strategie di assessment

Il dibattito su questo tema proseguirà sul blog di Federica con altri esperti per cercare di cogliere i principali punti di vista  e su federica.eu sarà presto disponibile il corso MOOC  “Valutazione per l’apprendimento. Prospettive teoriche, metodi e tecniche operative” di V. Grion, a cui è già possibile prenotarsi in attesa del lancio.