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A seguito del decreto “#IoRestoaCasa” varato dal Ministero, in risposta all’emergenza Coronavirus, le scuole di tutto il mondo hanno visto stravolgere il loro assetto, passando dalle lezioni frontali a quelle online

Abbiamo deciso, in questo nuovo appuntamento di Insegnare Online, di approfondire la tematica dell’inclusività didattica con il Prof. Andreas Robert Formiconi, Delegato del Rettore per lo Sviluppo della Didattica Online e Responsabile eTwinning Teacher Training Institutions, per l’Università di Firenze.

Dall’intervista emerge che la situazione italiana è simile a quella degli altri paesi. Anche nelle scuole estere gli insegnanti si interrogano su come riuscire a raggiungere tutti gli alunni per una didattica inclusiva. La sorpresa maggiore è data invece dalla constatazione che gli studenti sembra siano riusciti ad adattarsi al meglio alla nuova didattica e partecipare attivamente e con disciplina alle lezioni.

Per i docenti si conferma come la base per affrontare la nuova situazione sia l’ascolto, capire chi abbiamo dalla parte opposta dello schermo e creare delle lezioni tenendo conto delle loro risposte, utilizzando mezzi quali forum e chat per creare una classe partecipativa e adattare il flusso del discorso in base le osservazioni degli studenti. Seppure questi strumenti sembrino, sulla carta, obsoleti, risultano ancora centrali nell’attività di classe a distanza, grazie alla loro fruizione asincrona e sincrona.

Fare scuola in modo diverso?

Come si evince dalla nota ministeriale del 17 marzo 2020la didattica a distanza non è un adempimento formale.

Infatti ha due significati: “da un lato, sollecita l’intera comunità educante, nel novero delle responsabilità professionali e, prima ancora, etiche di ciascuno, a continuare a perseguire il compito sociale e formativo del “fare scuola”, ma “non a scuola” e del fare, per l’appunto, “comunità”. (…) Dall’altro lato, è essenziale non interrompere il percorso di apprendimento.”

Nella stessa nota è riportata una sezione dedicata ad alunni con disabilità dove si esortano gli insegnanti a non interrompere il processo di inclusione, mantenendo l’interazione con gli stessi e con le loro famiglie, creando del materiale personalizzato in base alle diverse esigenze e comunicando al proprio dirigente scolastico, qualora ce ne fosse bisogno, i materiali software o hardware essenziali allo studente per completare al meglio il proprio percorso didattico.

Come riportato da Orizzonte Scuola, però, alcuni docenti soprattutto i non più giovanissimi, hanno difficoltà ad accettare o ad utilizzare i mezzi online per affrontare la “nuova didattica”. Spinti dall’etica professionale, hanno comunque trovato una soluzione personalizzata, creando e distribuendo ai propri alunni materiali utili per lo studio e assegnando compiti come succedeva per le lezioni frontali.

Una tale situazione pone, però, il problema della didattica inclusiva e partecipativa, in quanto non si tiene conto del fatto che le classi italiane sono composte da studenti con abilità differenti e che hanno quindi bisogno di sistemi e materiali specifici. Ma non solo. La didattica a distanza ha portato alla luce un nuovo problema di inclusività, meglio conosciuto come digital divide. Secondo quanto riportato da Il Sole 24 ore, infatti, solo il 41% delle famiglie residenti in Calabria e in Basilicata, ad esempio, ha una connessione a banda larga fissa. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, il Ministero sta cercando di adottare soluzioni grazie all’aiuto di aziende, consultabili sul sito solidarietadigitale.agid.gov.it, che mettono a disposizioni collegamenti alla rete internet.

Dal lato della docenza, invece, c’è ancora molto da poter fare. In primis tenere a mente che l’inclusione non è una forma particolare di didattica, bensì, rifacendosi al concetto di inclusione stesso fornito dell’UNESCO

“universalizzare l’accesso all’istruzione per tutti i bambini, i giovani e gli adulti e promuovere l’equità. (…) essere proattivi nell’identificare le barriere che molti incontrano nell’accedere alle opportunità educative e nell’identificare le risorse necessarie per superare tali barriere”.

Il panorama internazionale

Per quanto riguarda le soluzioni adottate dagli altri Paesi, molti sostengono lo studio a distanza tramite l’ausilio di libri e materiali forniti dalla scuola, utilizzano anch’essi piattaforme e-learning; altri ancora utilizzano mezzi come la televisione e la radio ma anche i social media. Nell’era della cross-medialità, si rafforza sempre più lo spirito di cultura e di una didattica convergente.

L’Argentina, per esempio, ha attivato un portale educativo del Ministero utile per favorire risorse digitali per insegnanti e studenti, e un programma, “Seguimos Educando”, istituito dal Ministero della Pubblica Istruzione e dal Segretariato dei media e della comunicazione pubblica, che trasmette programmi educativi per 14 ore al giorno.

La Francia, invece, ha aperto un portale online che offre contenuti educativi e opportunità di apprendimento. 

Altri paesi hanno deciso di annunciare vacanze eccezionali a partire dalla chiusura ministeriale degli istituti, in modo da organizzarsi per fornire un servizio migliore ai propri studenti.

Per conoscere le iniziative presenti in altri Paesi, il portale WorldBank ha predisposto una sezione dedicata e in continuo aggiornamento.

Il Ministero dell’Istruzione ha attivato, all’interno del suo sito, una sezione dedicata alla didattica inclusiva il cui scopo è quello di supportare scuole e insegnanti. All’interno del sito, in costante aggiornamento, è possibile trovare informazioni relative alla normativa, ai percorsi di formazione e gli strumenti utili.

Quale è stato il modo in cui hai costruito la tua didattica online? Raccontaci, nella sezione dedicata ai commenti, la tua esperienza, le opportunità e le difficoltà che hai riscontrato nella costruzione di percorsi online di studio, anche nel caso di classi con casi di disabilità.


Approfondimenti

Webinar dedicati alla DaD

Cogliamo l’occasione per consigliare un ciclo di webinar dedicati alla didattica inclusiva a distanza messa a disposizione dei ricercatori dell’Istituto Tecnologie Didattiche

Video-pillole Andreas R. Formiconi sull'uso di strumenti per la partecipazione e la gestione della comunicazione con gli studenti.