Seleziona una pagina

Le scuole che insegnano a usare software proprietari (…) creano delle dipendenze, l’opposto di quello che una scuola deve fare. Una scuola dovrebbe preparare i cittadini a vivere in una società forte, capace, indipendente, cooperativa e libera, vale a dire insegnare il software libero a scuola”.

(Richard Stallman – inventore di GNU, il primo software libero al mondo).

Può sembrare provocatorio, in tempi di emergenza didattica, soffermarsi sul valore universalmente riconosciuto al mondo dell’educazione di formare menti libere. Le scuole e gli atenei sono stati travolti da uno tsunami. Le prassi pedagogiche e la quotidiana organizzazione interna ed esterna degli istituti ha cambiato volto. Senza contare le nuove modalità di relazione a cui la rete ha obbligato docenti e alunni, genitori e personale scolastico. 

Eppure, la scuola rimane il primo avamposto a tutela dell’idea di educazione come bene comune. Già Paolo Landri, in un precedente articolo della nostra rubrica, ha evidenziato come questa crisi abbia portato a galla criticità legate al digital divide ma anche alla privacy dei dati. Temi a cui la scuola non può delegare responsabilità, anche in emergenza. 

Nell’attuale dibattito sulla didattica a distanza, un ulteriore tema centrale è quello relativo agli strumenti utilizzati e, in particolare, quelli open

Ma in cosa sono differenti i software e i programmi liberi da quelli più in uso nelle scuole? Qual è, se c’è, il valore aggiunto che possono offrire alla didattica e quali sono le piattaforme più valide? Per provare a rispondere a queste domande, abbiamo chiesto il parere di Paolo Mauri e Matteo Ruffoni dell’Italian Linux Society, ideatori della piattaforma Opendidattica.org, insegnanti e attivisti dell’uso delle piattaforme libere con gli studenti.

La scelta di usare le risorse educative libere per la didattica si lega ai valori del free movement software e al contribuire alla diffusione di un sapere condiviso e collettivo. Valori affermati con la rivoluzione avviata all’inizio degli anni ’80 da Richard Stallman a cui si sono aggiunti Linus Torvalds e Mark Shuttelworth. I tre fondatori dei sistemi operativi liberi più diffusi oggi, rispettivamente GNU, Linux e Ubuntu, hanno gettato le basi per l’accesso libero ai software grazie alla condivisione del loro codice sorgente. Ogni utente – e non gli sviluppatori dei programmi – ha così pieno controllo dei dati e del funzionamento del sistema che utilizza per far funzionare il suo PC. Ogni software è “libero” quando garantisce all’utente 4 libertà fondamentali:

1. Libertà di utilizzo del programma per qualsiasi scopo;

2. Libertà di studiare il codice sorgente e poterlo modificare secondo le sue esigenze o scopi;

3. Libera distribuzione di copie del programma, gratuitamente o dietro compenso;

4. L’utente ha la libertà di distribuire copie modificate di qualsiasi programma.

Il lavoro dei pionieri dell’open source ha ispirato la nascita delle licenze Creative Commons che garantiscono oggi la libera circolazione dei contenuti nelle OER, Open Educational Resources, e anche dei codici presenti nei software liberi. 

Il messaggio che ci consegnano Mauri e Ruffoni, è che lavorare con i ragazzi attraverso programmi liberi stimola la loro voglia di collaborare al processo di conoscenza e di sentirsi parte di una comunità.   

Software liberi e DAD 

L’emergenza didattica non ha colto di sorpresa gli attivisti del mondo dei software liberi. Numerose iniziative sono nate per assicurare il libero accesso alle lezioni a distanza e tutelare il rischio della diffusione dei dati. Alcune significative esperienze ci vengono raccontate ancora da Paolo e Matteo.

Insomma, il mondo dell’educazione attraverso software e programmi liberi è sempre in fermento e in costante aggiornamento. Forse perché più di altre realtà racchiude in sé l’utopia che ha animato i primi esperimenti di teleconferenza attraverso “Arpanet” sul finire degli anni ‘60 con Douglas Engelbart. Utopia raccolta e ben descritta, agli inizi degli anni Novanta, dal filosofo Pierre Lèvy nel volume L’intelligenza collettiva. Per un’antropologia del cyberspazio

“È un’intelligenza distribuita ovunque, continuamente valorizzata, coordinata in tempo reale, che porta a una mobilitazione effettiva delle competenze. Aggiungiamo alla nostra definizione questa precisazione indispensabile: il fondamento e il fine dell’intelligenza collettiva sono il riconoscimento e l’arricchimento reciproco delle persone, e non il culto di comunità feticizzate o ipostatizzate”.

Anche la scuola può (e per i sostenitori del Sapere libero, deve) sostenere questa utopia. Anche in situazioni di emergenza.  

Nella costruzione della tua didattica a distanza, stai utilizzando risorse libere? Raccontaci, nella sezione dedicata ai commenti, la tua esperienza o le tue opinioni, come docente, studente o genitore, sul mondo del software libero.


Approfondimenti

Il mondo Open Access del Web: risorse

Linkografia

Sistemi operativi per la didattica

Sodilinux: Il sistema operativo Linux dedicato alle scuole, con programmi liberi già attivi come la piattaforma Libreoffice e Openboard per la gestione condivisa delle Lim

Zorinos: Software libero basato su piattaforma GNU/Linux che assicura la compatibilità dei suoi programmi con Windows. Non diffonde a terzi dei dati personali degli utenti

FUSS: Grazie all’operato della Provincia Autonoma di Bolzano questo è il sistema operativo presente nelle scuole pubbliche della provincia di Bolzano.

Formazione per la comunità di insegnanti

Coding a scuola con software libero: Il MOOC di Federica curato da Andreas Formiconi dell’Università di Firenze utile per addentrarsi nel mondo del coding e imparare ad usare il programma Librelogo.  

Lavagna libera: Luogo di discussione, attraverso mailing list condivise, sul topic dei contenuti e dei software liberi.

Porte Aperte sul Web: Il punto di riferimento per avere assistenza per creazione del  sitoweb della scuola. 

OpenDidattica.org:La piattaforma nata per rispondere all’emergenza didattica dotata di accesso a Jitsi, Moodle e Cryptpad. Registrazione dei dati utente limitata nel tempo e non diffusa a terzi. 

Wikiversity: La spazio WIKI dedicato agli insegnanti per produrre in modo collaborativo e diffondere materiale didattico: lezioni, esercitazioni, attività guidate, attività pratiche, documenti audio, cataloghi di risorse digitali. 

Siti Open Access per il sostegno

Simcaa.it: È un servizio web per la scrittura di documenti in caa e per la loro impaginazione graficamente. 

Arasaac.org: Piattaforma aragonese ricca di simboli da poter usare grazie alla licenza Creative Commons.  

Strumenti Open Access adatti ai bambini delle primarie

Audacity: programma libero per lavorare su tracce audio, adatto anche per insegnanti di sostegno.

Tuxpaint: Piattaforma per disegnare o creare altri prodotti artistici.

Gcompris: Suite con centinaia di attività didattiche per bambini dai 2 ai 10 anni.

Geogebra: Adatto per attività di matematica e di geometria.  

Freeplane: Sito dedicato alla creazione di mappe mentali, utile per attività con i bambini o per il sostegno. 

Celestia: Programma di simulazione 3D dello spazio, idoneo per attività di tipo scientifiche. 

Video-pillole

Comunicazione aumentativa alternativa – Paolo Mauri

Attività da svolgere sulle piattaforme Wiki – Matteo Ruffini